Gent. e stim. prof.ssa Fatta,
riscontro la sua sul mio blog personale e non su www.strill.it per evitare che quanto scrivo si possa interpretare in modo mediatico (pur sempre pubblica, quindi, questa risposta non ha nessun fine di ampia diffusione).
Anche se, alla fine del mio percorso formativo canonico, la vocazione era di rimanere nell’ambito universitario, non l’ho seguita perché dissuaso da una serie di segnali non certo incoraggianti pervenutimi contestualmente a grandi manifestazioni di stima: si può dire che sia stato una vittima ante litteram, parlo del 1973, di quel sistema messinese di cui solo ora e tanto si parla.
Noi non possiamo non essere anche ciò che siamo stati (o non siamo stati) e, naturalmente, ciò che diciamo o scriviamo non può che essere fortemente condizionato dalle nostre esperienze culturali e di vita: è così che la quasi totalità delle nostre opinioni è ampiamente pre-giudicata.
Pre-giudicata, quindi, è anche l’opinione da me espressa sul sistema universitario italiano (opinione che comunque non collide affatto con quella, circostanziata e documentata, espressa da persone di calibro giornalistico ben più strutturato del mio).
Dopo la sua, ho riletto il mio intervento ed vi ho potuto constatare un salto di registro, involontario, che ha fatto forse apparire come scritte ad personam alcune affermazioni poste su di un piano generale. Di questo, pur riconfermando in pieno le sostanza delle proposizioni, mi scuso.
_________________________________________________
L'intervento di Enzo Vitale: https://www.unirc.it/documentazione/rassegna_stampa/rs20081125504753.pdf
La replica di Francesca Fatta: https://www.unirc.it/documentazione/rassegna_stampa/rs20081125504754.pdf