di Oriana Schembari
Nel bicentenario della nascita esce per Carocci "Kierkegaard", monografia completa sul grande filosofo danese a firma di Ettore Rocca, docente di Estetica presso il dipartimento dARTE della Mediterranea e da anni impegnato in attività di studio presso il Soren Kierkegaard Research Centre dell’Università di Copenaghen.
La presentazione del volume si è svolta lo scorso 24 ottobre presso il Teatro Athena di Reggio Calabria. Un affollato incontro moderato dal direttore di RTV Francesco Chindemi. L’evento è stato organizzato dal Teatro dei Semplici, nell’ambito del progetto culturale “L’aratro e la semina”, in collaborazione con l’Assessorato Provinciale alla Cultura e Legalità, dal Centro Internazionale Scrittori e dall’Università Mediterranea.
“Un incontro, - ha sottolineato Alberto De Capua, prorettore all’Orientamento, - che prosegue il dialogo tra Università e città, proponendo il lavoro di un docente di altissimo spessore e internazionalmente riconosciuto, vero fiore all’occhiello dell’università reggina”. Un apprezzamento per l’opera di Ettore Rocca che risuona nelle parole dei presidenti del Teatro dei Semplici Luigi Marino e del CIS Rosita Loreley Borruto, e naturalmente dei rappresentanti dell’Ateneo reggino: Gianfranco Neri, direttore del dipartimento dArte, Laura Thermes, docente di architettura, e i professori Daniele Cananzi, di filosofia del diritto, e Francesca Saffioti, di estetica.
Rocca compie un’approfondita ricerca filologica sul pensiero del filosofo considerato padre dell’esistenzialismo, attraverso la lettura diretta dal danese, e al contempo ne offre una nuova e originale interpretazione. Pensatore complesso, affida la sua vasta opera a diversi eteronimi, indaga i concetti di scelta, libertà, angoscia, che hanno improntato tutto il Novecento e risultano di estremo significato per la contemporaneità.
Filosofo del cristianesimo, con il suo riconoscersi “non veramente cristiano” afferma, in primo luogo, la necessità di un atteggiamento antifondamentalista in un’epoca di scontri religiosi come la nostra. Come "filosofo dell’angoscia" mostra a una società moderna che vorrebbe purificarsi da essa, come l’angoscia sia fisiologica e costituisca necessariamente l’altra faccia della libertà. “Il suo insegnamento – afferma l’autore - si basa proprio sull’accettazione dell’angoscia come compagna di viaggio, presenza costante nell’interrogativo sull’esistenza”. E infine, l’estremo paradosso per il filosofo dei paradossi e della scelta: nella lettura di Rocca, Kierkegaard è filosofo della gioia, che interpreta come “essere in verità presenti a se stessi, nel qui e ora”.
Un filo rosso lega i vari interventi dei docenti, filosofi e architetti: la funzione dell’educare declinata attraverso il pensiero di Kierkegaard. Come sottolineato dai professori Saffioti e Cananzi, la lettura di Rocca restituisce al pensiero di Kierkegaard una dimensione pratica, esso è rivolto alla vita e all’esperienza, dove il “potere di non sapere” si risolve in un “potere di fare”, e l’insegnamento del filosofo è insegnamento alla maniera socratica, di quello che non si è, quello che non si sa: “il vero maestro è senza autorità, insegna un dover poter essere e l’impegno a realizzare le nostre possibilità”. Frantumare la massa, dove ognuno può abdicare alla sua possibilità di essere umano e diventare fino in fondo un singolo, isolando ciascun individuo in questa presa di coscienza, è il fine ultimo del pensiero kierkergardiano, ci dice Rocca, ma anche di tutti coloro che intendono esercitare la funzione dell’educare.
Gianfranco Neri rivendica la scelta della Mediterranea di avere inserito una disciplina filosofica, l’estetica, in un ambito scientifico come l’architettura, e ribadisce la necessità di superare il pregiudizio della differenza tra sapere scientifico e umanistico. “Il lavoro di Rocca è straordinariamente importante, perché trasmette in primo luogo l’amore per il pensiero, l’amore per le cose che si fanno che è il compito più importante per il docente”.