Lunedì 7 maggio ore 9.30, aula D1 di Giurisprudenza, la professoressa Alessandra Tommasini dell'Università degli Studi di Messina, Dipartimento di Giurisprudenza, terrà un seminario sul tema: "Lavoratori in agricoltura e tipologie contrattuali in funzione della flessibilità". Introduce e modera Roberto Saija, docente DIGIEC di Diritto agrario e Diritto dei mercati agroalimentari

Agricoltura e lavoro sono valori essenziali, entrambi da riscoprire e da rivalutare, strettamente interdipendenti e tra loro sinergici, stante che le aziende agricole abbisognano di lavoratori con competenze e professionalità tali da soddisfare le esigenze di un’agricoltura multifunzionale, oltre che in grado di rendere servizi ed offerte diversificate.
Per quanto sia stata esclusa la specialità del rapporto di lavoro subordinato in agricoltura, assoggettato alla disciplina del lavoro tout court, esistono, tuttavia, norme precipue volte a regolarlo poiché il settore primario si è sempre contraddistinto per una prevalenza di forme occupazionali instabili e/o brevi, per un’accentuata stagionalità, per l’impossibilità di standardizzare numerose operazioni. L’obiettivo di assicurare una maggiore adattabilità della forza lavoro occupata alle necessità dell’impresa è stato conseguito con misure flessibili, con modelli organizzativi sostanzialmente diversi da quelli degli altri settori, con orari di lavoro variabili, al pari del riposo settimanale, in funzione delle esigenze aziendali. Non si può non rilevare che la “naturale” discontinuità delle prestazioni, dovuta alla stagionalità delle colture, ha contribuito -poi- a determinare nel settore in questione una situazione di profonda instabilità per ciò che attiene alle modalità di assunzione, dando vita al fenomeno del nuovo caporalato, inserito nel 2011 tra i reati del codice penale. Sanzionare la violazione delle norme riguardanti l’assunzione e l’impiego dei lavoratori è stata una necessità improcrastinabile per tutelare i lavoratori operanti in agricoltura, spesso appartenenti a categorie deboli, come immigrati, donne e bambini.