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21 ottobre Il Cerere 2005/2008 - Conferenza stampa (con foto)

Conferenza stampa oggi al Rettorato per il bilancio dell'attività 2005/2008 del Ce.Re.Re. Presenti il Rettore, il Soprintendente Francesco Paolo CECATI, la prof.ssa Marisa Cagliostro - presidente Ce.Re.Re - e la prof.ssa Maria Teresa Lucarelli - CdA Ce.Re.Re. Di seguito il comunicato stampa; in allegato le foto. L’attività del Cerere nell’ultimo triennio: progetti di eccellenza per la valorizzazione del territorio Qualità dei progetti, servizi agli enti locali per lo sviluppo del territorio e il corretto utilizzo dei fondi europei, modelli di gestione del patrimonio architettonico e storico-culturale, trasferimento di saperi dalla ricerca alla prassi del recupero, della valorizzazione, della gestione dei beni: questa in estrema sintesi la missione del Consorzio Cerere, pienamente realizzata nel triennio 2005-2008. Con la collaborazione dei nostri giovani laureati, dottori di ricerca, ricercatori e docenti, con il supporto di risorse umane e strumentali dell’Ateneo reggino, è stata fatta ricerca di eccellenza sperimentando procedure di intervento sul patrimonio storico insediativo (ieri il progetto di recupero della casetta grecanica premiata a Venezia e oggi il laboratorio SIDI per Pentedattilo), è stato possibile fornire a costi irrisori o gratuitamente a Soprintendenze e Comuni, idee e progetti che hanno avuto positivo riscontro con l’utilizzo dei fondi europei 2000-2006 (progetti realizzati o in dirittura di arrivo: ISMIA con una associazione di comuni dell’area grecanica, Parco della sinagoga ebraica di San Pasquale a Bova Marina, Interreg per la valorizzazione dei castelli del Mediterraneo occidentale e per il castello di Scilla). Con le sedi di Catanzaro e Crotone/S.Severina, tutte al solo costo delle utenze, sono stati predisposti e presentati nello scorso mese di luglio due importanti progetti per il centro storico di Crotone e per una associazione di diciassette comuni sempre del crotonese, attivati protocolli d’intesa con amministrazioni locali per assistenza tecnica proprio in vista dei prossimi bandi POR 2007-2013. Svariate partecipazioni a progetti comunitari (Messiah per il distretto tecnologico dei beni culturali, Promoter per un master con il Dipartimento Città mediterranea, Orientarti, con l’Accademia di Belle Arti di RC), un Master appena concluso per la valorizzazione dei centri storici (COVAP), e seminari, incontri di studio, manifestazioni culturali ed espositive. Queste ultime hanno visto momenti qualificanti nell’adeguamento delle sale del castello di Scilla e nella possibilità di ospitarvi occasioni culturali di grande spessore per dimostrare come si possa gestire con poche risorse uno spazio monumentale mettendolo in armonico rapporto con l’arte contemporanea. Anche in questi giorni le nostre sale sono aperte con un gruppo di giovani artisti della locride promotori di una collettiva che sta riscuotendo interesse del pubblico e dei mass media. Abbiamo fatto questo e altro con generosità e senza risparmio di energie per rispondere alla fiducia di chi si era assunto l’onere della conduzione della Società (Rettore Bianchi) e ci aveva coinvolto sin dal 2002 nel cda con la sfida di risollevare le sorti di una struttura potenzialmente utile al territorio ma in crisi. Abbiamo quindi accettato di assumerci in prima persona e con l’aiuto dei componenti del nuovo cda, la responsabilità del Cerere dal 2005 perché avevamo risolto i problemi contingenti e creato i presupposti per diventare coprotagonisti del progresso di questa sfortunata regione. Crediamo che il ruolo dell’Università e della ricerca sia oggi anche quello di confrontarsi con i problemi reali avendo gli strumenti tecnici e culturali e le risorse umane per farlo e il Cerere è la migliore esplicazione delle potenzialità per praticare questi obiettivi. Continuiamo a crederlo anche se la presenza nella Società della amministrazione regionale, socio di minoranza, è stata praticamente una assenza e talvolta un impedimento al puntuale funzionamento delle attività istituzionali. Ritardi della burocrazia, scelte politiche poco condivisibili sulla destinazione dei fondi europei: queste e altre più o meno importanti motivazioni negative, non sono certo andate nel senso da noi auspicato. Il settore da noi rappresentato dovrebbe infatti essere sostenuto perché trainante in quanto costituisce la chiave di volta dello sviluppo economico sociale della Calabria utile ad impegnare quel patrimonio di giovani talenti costretti ad emigrare per mancanza di lavoro. Noi crediamo di avere fatto bene sin qui la nostra parte. Ora resta da valutare da parte dell’Università l’immediato futuro della struttura e dei rapporti con la Regione o con altri partner pubblici o privati interessati al promettente settore. Marisa Cagliostro

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