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16 febbraio Il Rettore replica ai Senatori

Per completezza, sono allegate in ordine cronologico le comunicazioni precedenti, già diffuse per posta elettronica su richiesta degli interessati.


Alle componenti della Mediterranea

Credo che un testo di replica debba essere lungo quanto quello che intende controbattere. Per comparazione di concetti e di sintesi. I firmatari della lettera, nella loro doverosa replica, non hanno seguito questa linea. Hanno scritto cento righe a fronte delle mie trenta.

Hanno comunque delle ottime argomentazioni anche se le loro parole sono fortemente orientate. Per il modo in cui sono dette, scivolano spesso al di sotto della soglia della decenza. Ad ogni rigo trasmettono indignata irritazione.

Molte delle cose che dicono sono montate ad arte. Se fossero vere, servirebbero solo ad allontanare eventuali responsabilità. Ad alzare fumo e ad accollare tutte le presunte colpe di gestione al Rettore.

Questo da un lato, dall’altro a perseguire il preciso scopo di mandarmi a casa. Percorso avviato con la lettera del 16 novembre scorso.

Perciò non mi avventurerò a rispondere magnificando i risultati raggiunti durante la mia gestione. Chiunque potrebbe considerarli eccessivi, opinabili come eccessive ed opinabili sono le colpe che mi vengono addossate.

Comunque, se fosse vera la rappresentazione che la lettera offre della Mediterranea, e palesemente non lo è, è lecito domandarsi dove fossero i firmatari quando il Rettore, all’interno degli Organi collegiali, portava l’Ateneo, pericolosamente, sull’orlo del baratro da loro dipinto. Sedevano con me in Senato Accademico durante il primo e questa parte del mio secondo mandato. Ad eccezione dell’inconsapevole prof. Bentivoglio, recentissimamente subentrato al posto del prof. Nesi, ma, constato, già perfettamente edotto di tutto e quindi, immediatamente, tra i firmatari. Non ha perso tempo, Flaiano sorriderebbe.

Il Rettore presiede gli Organi, non li comanda. Non decide per loro, anzi, le delibere vengono prese all’unanimità o a maggioranza o non vengono prese affatto.

Quindi qualora ci sia stata una gestione disastrosa della Mediterranea, questa sarebbe totalmente ascrivibile ai componenti di Senato e Consiglio, e non certo al solo Rettore.

Elencando, poi, le colpe della mia gestione, i firmatari, contemporaneamente, esaltano la correttezza del loro comportamento.

Tra loro ci sono il Preside di Ingegneria prof. Santini e i proff. Antonucci e Moraci, sempre di Ingegneria, che, di fatto con la lettera, oltre a censurare il mio operato, censurano anche quello dei loro colleghi di Ingegneria, il Prorettore Vicario prof. Russo e i delegati proff. Della Corte, Donato, Buccafurri e Pietrafesa che mi coadiuvano nella gestione dell’Ateneo. Correttezza nei loro confronti?

Lo stesso fanno il Preside di Giurisprudenza prof. Gorassini e il prof. Catanoso nei confronti dei loro colleghi di Giurisprudenza, i delegati proff. Manganaro, Spadaro e Fontana. Correttezza nei loro confronti?

Lo stesso fa, con la lettera, il prof. Bentivoglio di Architettura, immagino inconsapevolmente, vista la sua recente nomina in Senato, nei confronti dei suoi colleghi di Architettura, i delegati proff. Bagnato, Lauria, Cardullo, Donin, Trombetta, Panuccio, Colistra e Brandolino che mi coadiuvano nella gestione dell’Ateneo. Anche questi accumunati nella mia pessima condotta. Inconsapevole correttezza nei loro confronti?

Nonostante la difficile situazione economica del sistema universitario nazionale, abbiamo affrontato responsabilmente i pesanti tagli ministeriali (circa tre milioni di euro), riducendo le spese comprimibili e trovando il pareggio di Bilancio.

Il Previsionale 2012 non indica ulteriori tagli rispetto all’anno precedente. Anzi, può contare su risorse aggiuntive che diventeranno avanzi di gestione al momento del Consuntivo 2011. L’Ateneo, per il 2012, è economicamente al sicuro.

La Commissione Statuto, da me presieduta, licenzia nell’ottobre 2011, il nuovo Statuto (l. 240/2010) e lo invia al Ministero.

I ricercatori di Ingegneria, Agraria e Architettura, sempre nel 2011, presentano con successo diversi progetti in risposta ai bandi PON (fase 1 e 3).

Per la fine del 2011 erano quindi attese ingenti somme. Altre ancora sarebbero arrivate nel corso dei primi mesi del 2012 con il PON (fase 2) e, principalmente, con il finanziamento del Piano per il Sud. Risorse notevoli per potenziare l’edilizia e le strutture dei Laboratori. Risorse per fare ricerca negli anni a venire. Grazie a chi? È evidente, grazie alla bontà dei progetti presentati e al concorso di tutti. Sembra del tutto ingeneroso escludere proprio il Rettore.

In questo contesto arriva, il 16 novembre 2011, la lettera con la richiesta delle mie dimissioni.

I motivi addotti, allora come ora, sono ancora gli stessi, ripetuti, opinabilmente ampliati e dettagliati nella replica: mancanza di credibilità del Rettore, “opaca” gestione amministrativa dell’Ateneo e sfiducia della Comunità universitaria nei miei confronti.

Sulla credibilità lasciatemi, però, presentare le mie credenziali. Credo sia sufficiente ricordare la mia carriera accademica, le cariche elettive ricoperte nella Mediterranea, l’elezione all’interno della Giunta, organo di indirizzo della CRUI, la Vicepresidenza dell’Unione Italiana per il Disegno, la Rete degli Atenei Meridionali, di cui sono stato ispiratore e promotore, la Presidenza del CORUC, attraverso cui passano i rapporti con la Regione, infine la mia figura di ricercatore (i diversi PRIN vinti in qualità di responsabile nazionale).

Ma torniamo alla lettera del 16 novembre in cui, tra l’altro, mi viene ricordata l’imminente presentazione della bozza del Bilancio di previsione 2012, lasciando intendere, eufemisticamente, che potrebbe anche non essere approvato. Bilancio, a quel momento, in corso di elaborazione, quindi non noto. A prescindere, avrebbe detto Totò.

A dicembre del 2011, prima delle sedute per l’approvazione, i firmatari mi invitano a chiederne il rinvio con la motivazione ufficiale di nuovi maggiori introiti nel contempo arrivati. Il Consiglio di Amministrazione autorizza l’esercizio provvisorio. Che ormai dura da due mesi.

Sempre il Consiglio, su indicazione del Senato, nomina un Gruppo di lavoro per la revisione della bozza del Previsionale 2012.

Nel mese di gennaio, il Gruppo, sotto la mia presidenza, si riunisce tre volte. Non rileva alcuna irregolarità amministrativa o contabile. Comunque, al fine di perseguire una maggiore efficacia ed efficienza, il Gruppo redige un elenco di 16 punti sotto forma di raccomandazioni che gli Uffici Amministrativi stanno traducendo in bozze di delibere da sottoporre agli Organi nelle prossime sedute. L’elenco è pubblicato sul sito. Ognuno può valutarne la portata. Sono raccomandazioni che avrebbero potuto avanzare, sempre ed in ogni momento qualora lo avessero richiesto, i componenti di Senato e Consiglio, nelle sedi istituzionali.

Intanto si attendono le osservazioni di legittimità e di merito sullo Statuto da parte del Ministero.

Una volta discusse, i firmatari delle diverse lettere pretendono che nuovo Statuto e Bilancio previsionale 2012 vengano approvati dagli Organi contemporaneamente. Dopo di che, attendono le mie dimissioni.

I firmatari vogliono gestire, senza di me, la transizione dai vecchi ai nuovi Organi, principalmente vogliono determinare la composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione. Vogliono essere sicuri che ci sia un altro Rettore a gestire le ingenti risorse arrivate e, con esse, l’Ateneo.

Intendono completare la transizione da me avviata con il nuovo Statuto e con la messa in sicurezza dei conti economici dell’Ateneo. Questi, in sostanza, gli intendimenti dei firmatari.

Il 9 febbraio ho dichiarato pubblicamente l’intenzione di lasciare con largo anticipo il rettorato alla fine della transizione statutaria. Quindi, successivamente, non sarò più io a governare il nuovo corso. La mia presenza è dettata esclusivamente dal rispetto della l. 240 che come ho già detto “si è preoccupata di garantire continuità nella transizione”. Continuità delle attuali cariche e degli attuali Organi collegiali. Ha previsto la proroga per quelli che erano in scadenza ad ottobre dell’anno passato in base alla quale alcuni Presidi e Direttori di Dipartimento sono stati prorogati. La l. 240 prevede che il Rettore, in scadenza, rimanga automaticamente nel ruolo fino al completo adeguamento statutario dell’Ateneo.

Nella comunicazione del 9 scorso ho anche detto che durante le procedure di adeguamento di Organi e Strutture non possono né devono esserci interruzioni di sorta. È il buon senso a dirlo. Non altro che il buon senso, oltre al rispetto della legge richiamata, men che meno il mio attaccamento alla poltrona. Altri, se credono, possono anche continuare ad avere toni e modi che con il buon senso non hanno nulla a che vedere e ad utilizzare la stampa come cassa di risonanza per portare all’esterno ciò che il buon senso vorrebbe fosse discusso all’interno della Mediterranea.

Ciononostante , ferme restando le ragioni fin qui esposte, sono comunque disponibile, per senso di responsabilità e per salvaguardare l’immagine del nostro Ateneo, a trovare un percorso condiviso nella gestione della transizione e per uscire da questa dannosa contrapposizione.

Grazie, Massimo Giovannini

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